“Sono una cartina geografica fisica”: la prima sessione di una mia trilogia

I primi di aprile ho inviato la prima sessione della trilogia al mio gruppo, numeroso, del corso che conduco quest’anno: L’INATTESO PER SORPRENDERMI.

Ho preparato video e traccie vocali e musicali per loro, affinché non perdessero parte dei nostri incontri: da vivere individualmente, l’esperienza, a casa, in pandemia.

Il tema SONO UNA CARTINA GEOGRAFICA FISICA era da tempo che lo covavo: essere come le piante vagabonde, essere e basta, senza limiti. Senza confini. Esseri animali, piante, verdi, esistere tutti, e spalmarsi sulla cartina, essere la cartina geografica stessa. Sorridendo senza che nessuno possa avere valore di meno o di più.

Con video esplicativi  e vocali e musiche ho dato “indicazioni” sul laboratorio da sviluppare: danza, movimento, respirazione, colore e disegno. Per stare al meglio dentro, chiusi, ma totalmente liberi di spaziare. Perché si può.

Ho poi inviato un proseguio, un piccolo INTERMEZZO qualche settimana dopo, come “giunta” al primo tema: per scoprirsi, sentirsi il corpo, davvero, in riservatezza e silenzio musicale. Per inchinarsi di fronte a sé stessi, e ringraziarsi.

Ho preparato con lo stesso tema un laboratorio per bambini, da danzare e colorare.

 

Tutto questo lavoro non l’ho impostato mostrando cosa fare o come. Ma dando solo indicazioni e suggestioni: tutti in qualsiasi condizioni fossero stati, potevano svolgerlo, sia vivendo in una casa grande o solo in un monolocale…E per disegnare e colorare? Bastava una biro, o un lapis, o una matita. Non c’è stato bisogno di dover comprare materiali o altro.

Credo sempre che si possa stare in quel che c’è, utilizzare quel che abbiamo a disposizione, poco o molto. Va sempre bene.

 

 

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