Archive for febbraio, 2011

“lentezza” e “le origini”

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labortango di martedì 8 febbraio era intitolato “lentezza”, perché  mi piaceva parlare di chi vive in un’altra dimensione, in un mondo piccolo e diverso, non avvezzo alla modernità e alla velocità che l’economia globale impone… così ho letto alcune poesie di una poetessa, una donna che per me incarna il diverso, l’amare l’amore, la passione, che non poteva appartenere al correre… alda merini. avevo portato un libro con sue poesie e foto che la ritraggono… era bellissima, aveva occhi viviaci, delicati ma appassionati… pieni d’amore e di sensualità… da qui ho poi detto della malinconia che mi contraddistingue, da sempre, e che ritengo mi abbia avvicinata al tango, “che è per eccellenza l’espressione più alta della nostalgia, di quel sentimento di chi sente la mancanza di qualcosa che fu, e che non tornerà più…” ed ho anche voluto spiegare brevemente che il tango è LENTEZZA nell’apprendimento, non bisogna creder di imparar in poco tempo… bisogna camminare, molto, assaporare il ritmo, le pause… e anche se danzando si ripetono passi e movimenti già fatti… e sempre è come la prima volta, così vale per le musiche che ascoltate e ascolterete… godersi l’attimo, prenderlo lì per lì, e ritrovarlo poi la settimana dopo, forse… comunque rinnovato, fresco ancora e ancora… se non ascoltate per tutta la settimana quelle musiche, un pezzo che magari preferite fra gli altri, che importanza ha? torno a proporvelo il o i martedì successivi. vi emozionerete ancor di più a danzarlo, sentirlo in labortango che tutti i dì… poi abbiam ascoltato e danzato  in particolare musiche di d’arienzo: tanghi e milonghe. d’arienzo rappresenta nel tango argentino la forza, il ritmo, la grinta ed il carattere. secondo lui la voce umana doveva essere uno strumento dentro l’orchestra. molti han detto che non amasse i cantanti. non è affatto vero, ne sono la prova pezzi bellissimi cantati. soltanto il “divo” non era da lui apprezzato… l’orchestra doveva venir prima, assolutamente, poi il cantante.  dopo abbiam ballato musiche alternativa, “tangose”… sentimentos – di andres linetzky y ernesto romeo ; essa – di otros aires;  remedios- di gabriella ferri; mil pasos – di soha feat.antoine essentier …. e molto altro

ah, dimenticavo che insieme al libro sulla merini ho portato una mia opera, “gocce di rugiada”… noi tutte di bellezza interiore innanzi tutto, siam gocce di rugiada… ( leggete qui sul blog i due righi che scrissi il 14 febbraio… oppure anche sul blog di un’amica , cristina, lumachino.wordpress.com mi pare sempre il 14 …)

mentre lo scorso martedì, il 15 febbraio, ho portato una “cartina ” dell’africa, in stoffa che ritagliai penso i primissimi giorni dall’apertura del mio laboratorio in via palestro, qualche anno fà… il continente delle origini del mondo, di tutti noi. così  a labortango era utile per capire le origini del tango, della sua storia così appassionata, con tante contraddizioni e disaccordi! studi di ogni tipo non trovano spesso unione! di sicuro ha origini non porteñe… anche se poi il tango argentino è e sarà porteño, cioè di Buenos Aires. quindi ho parlato delle musiche e dei balli iniziali, questa fusione di afro-ispanico-cubano-antillano-africano… habanera, candombe… incredibile come le migazioni, gli schiavi africani, le loro musiche, i criolli, altri e altro abbiano donato tanta bellezza, nel tempo… così inconsapevoli… pensiamo a cosa è migrare… è cultura, scambio, alla fine… arricchimento per l’anima! questa sì, la definisco  globalizzazione che rende, altro che internet e facebook!  danzammo poi sensualissime, più di sempre, direi, tanghi della vecchia guardia, di lomuto e canaro… e per finire, belle cariche, le musiche alternative… si volava, eravamo semplici e leggere…

l’anima

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carissime,

mi scuso per non aver ancora “riassunto” la lezione di labortango di martedì scorso, 8 febbraio…lo farò dettagliatamente fra qualche dì, dopo la danza di domani sera…ma una cosa bisogna che la scriva: allo specchio, in piedi, danzanti, sudate, ad un certo momento ci siam fermate ed ognuna a guardato se stessa, da vicino vicino…eravamo bellissime, perché era la nostra anima a mostrarsi, tutta, nella sua bellezza…

a domani sera!

segnalibri

segnalibri600

La casa editrice Settegiorni, nella persona di Nilo Benedetti, ha chiesto a me ed Enrico di realizzare le illustrazioni per dei segnalibro in occasione della nuova intitolazione della Biblioteca Multimediale di Quarrata a Giovanni Michelucci… detto, fatto! Ecco gli schizzi volanti con i ritratti dei tre autori delle frasi. Vengono distribuiti dalla biblioteca come promemoria per la restituzione dei libri in prestito.

papier à manger

papieramanger600-a

Emanuela de La Dolce Peonia mi ha proposto di realizzare disegni dei suoi dolci, pasticcini, biscotti… eccoli realizzati, in 10 diversi soggetti, nelle cartoline Papier à manger! I miei schizzi al tratto fatti al volo al laboratorio di pasticceria sono stati colorati e impaginati da quella delizia deliziosa che risponde al nome di Stereografica (Enrico Anzuini). Le cartoline (numerate da uno a cento) sono in vendita al mio Laboratorio, presso La Dolce Peonia e allo Spazio di via dell’Ospizio al prezzo di 2,50 euro l’una.

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osiamo!

oh, un’altra serata splendida… inizialmente ho parlato di danza come alto momento meditativo, di respiro, di creatività che ci fa esser pioniere, noi tutte, nelle scelte “diverse”… perché in fondo io, nel proporre il corso, e voi a partecipare,  abbiam osato tentare una via per il tango non dritta, tanto meno ” classica”… la ricerca, dunque,  la curiosità… forse il voler star con persone che ci fan sentire libere e vere, oppure proprio perché differenti, ci spingono a conoscerle… e poi il coraggio, di star da sole e insieme, contemporaneamente, con il nostro corpo, da guardare, sentire, percepire… e questo mi ha fatto pensare ad un libro che ho ricevuto in dono dallo scrittore stesso, fresco di stampa, “Il senso storico del flâneur” (edizione autorinediti) di Gaspare Armato (copertina di Catalina Alvarez!) e ne ho approfittato per leggere un paio di passi, (citazioni da “Il vagabondo” di Adriaan van Dis) sul diverso, su chi, come dice Rino (Gaspare!): ” …stranieri, emigrati, persone venute da lontano che a malapena parlano la lingua del Paese che li ospita…” e  ” …che le migrazioni sono uno dei caratteri fondamentali per la sopravvivenza e lo sviluppo della specie umana e che sarebbe bene accettarle come parte di un processo evolutivo che ci appartiene”. Son molto sensibile al flâneur, visto che lo sono…anzi, son nata così, lo sono sempre stata… e su queste parole abbiam poi danzato tanghi di Troilo, vals di Biagi e milonghe di Canaro… vals per ballerini maturi, direi, ma a noi niente fa paura… poi musiche alternative al tango, pezzi intensi e molto ritmati… mi pareva fossimo davvero in estasi… una naturale coreografia, mi appariva davanti… brave, molto brave! (abbiam perfino nuotato!)